Una lezione di ignoranza di Daniel Pennac – I passeur

Daniel Pennac, autore prolifico nel campo della narrativa, della saggistica, del fumetto e del teatro, noto soprattutto per il ciclo di Malaussène, nel 2013 è stato insignito della Laurea ad Honorem per il suo impegno nella pedagogia presso l’Università di Bologna. In quell’occasione Pennac ha tenuto una Lectio magistralis il cui contenuto è stato in seguito riportato in un breve volume edito da Astoria nella collana Assaggi. La lezione si divide in cinque parti: La voce del mio cattivo genio; Pedagoghi e Demagoghi; Dare da leggere; I guardiani del tempio; I passeur.
A seguire, un estratto proprio dalla quinta parte:

I passeur

Altri, per fortuna – professori, critici letterari, librai, bibliotecari – preferiscono essere dei passeur. Ed è ben più di un ruolo, è un modo di essere, un comportamento. I passeur sono curiosi di tutto, leggono tutto, non si accaparrano niente e trasmettono il meglio al maggior numero di persone.

Passeur sono i genitori che non pensano soltanto ad armare i figli di letture utili a farli laureare al più presto, ma che, conoscendo il valore inestimabile della lettura in sé, sperano di farne lettori di lungo corso.

Passeur è il professore di lettere la cui lezione ti fa venire voglia di correre subito in libreria. E costui non si limita a insegnare la letteratura francese in Francia, l’italiana in Italia o la tedesca in Germania, ma apre tutte le frontiere letterarie, dà accesso all’Europa, al mondo all’umanità e a tutte le epoche della letteratura.

Passeur è il libraio che inizia i suoi giovani clienti agli arcani della classificazione, che insegna loro a viaggiare tra generi, soggetti, autori, paese e secoli… che fa della libreria il loro universo.

Passeur sono gli universitari che non vogliono formare soltanto dei chirurghi della letteratura, ma degli stimolatori della coscienza, degli attivatori della meraviglia.

Passeur è il bibliotecario capace di raccontare i romanzi presenti sui suoi scaffali!

Passeur è l’editore che si rifiuta di investire solo nelle collane di best seller, ma che non per questo si chiude nella torre d’avorio della letteratura sperimentale.

Passeur è il critico letterario che legge tutto, scopre e invita a leggere il giovane romanziere, il giovane drammaturgo, il nuovo poeta, o che risuscita la grande penna dimenticata anziché gongolare delle proprie raffinate stroncature.

Passeur è il lettore la cui biblioteca contiene solo pessimi romanzi o saggetti di quart’ordine perché i libri migliori li ha prestati e nessuno glieli ha restituiti. D’altronde l’atto di leggere è per definizione un atto di antropofagia, perciò è assurdo aspettarsi che un libro prestato sia restituito.

Passeur supremo, infine, è colui che non ti chiede mai la tua opinione sul libro che hai letto, poiché sa che la letteratura ha ben poco a che fare con la comunicazione. Per quanto desiderosi di trasmettere, siamo anche i guardiani del nostro tempio intimo. L’ho scritto in Come un romanzo:L’uomo vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo. La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun’altra, ma che nessun’altra potrebbe sostituire. Non gli offre alcuna spiegazione definitiva sul suo destino ma intreccia una fitta rete di connivenza tra la vita e lui. Piccolissime, segrete connivenze che dicono la paradossale felicità di vivere nel momento stesso in cui illuminano la tragica assurdità della vita. Cosicché le nostre ragioni di leggere sono strane e personali quanto le nostre ragioni di vivere”.

  Sì, è questa la paradossale missione dei passeur di libri: offrire a ciascuno di noi il piacere segreto di essere il Guardiano del nostro Tempio.

 

Nel video che segue, preso da youtube, un estratto della cerimonia per l’assegnazione della Laurea ad Honorem all’autore francese da parte dell’Università di Bologna

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