Tag Archive: Romanzi

I tanti inizi di Se una notte d’inverno un viaggiatore

Ci sono lettori, e scrittori, interessati solo da come una narrazione finisce; e ce ne sono altri affascinati soprattutto da come comincia, dall’incipit. Chi fa parte di questa seconda categoria non potrà non amare (se non ama di già) Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino (di cui abbiamo visto Le lezioni americane qui). Protagonista della vicenda narrata nella cornice è il Lettore, che potrebbe essere chiunque di noi, in procinto di iniziare a leggere il romanzo che ha appena acquistato. Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: <<No, non voglio vedere la televisione!>> Alza la voce, se no non ti sentono: <<Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!>> Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: <<Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!>> O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace. Di lì a poco ecco che il Lettore (e noi lettori con…
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Sull’orlo del precipizio con Antonio Manzini

Antonio Manzini, attore, sceneggiatore e romanziere – già autore della serie di Rocco Schiavone, interpretato nell’omonima serie tv da Marco Giallini – con Sull’orlo del precipizio compie una divertente distopia del mondo editoriale. Il protagonista, Giorgio Volpe, è uno scrittore pluripremiato, campione di vendite, amatissimo da pubblico e critica. Dopo due anni, sei mesi e tredici giorni, a cui si dovevano aggiungere l’ansia, la fatica, le notti insonni, i dolori alla cervicale, 862 pacchetti di sigarette, tre influenze, 30 rate di mutuo Volpe ha terminato il suo ultimo romanzo, Sull’orlo per precipizio. Nello stesso periodo, la Gozzi (per cui Volpe pubblica), la Bardi e la Malossi, le tre principali case editrici del Paese, si sono fuse dando vita al supercolosso Sigma. Giorgio Volpe, più stupito che preoccupato, si ritrova così sotto contratto con la Sigma. La prima novità è che dell’editing di Sull’orlo del precipizio non si occuperà la fidata Fiorella, mandata nel frattempo in pensione. La Sigma incarica Aldo e Sergej, che vestono come due bodyguard e hanno già portato a termine dei lavori per il nuovo gruppo. Aldo ha tradotto I promessi sposi in romanesco, per rendere l’opera del Manzoni più appetibile per il grande pubblico, Sergej ha…
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Le otto montagne di Paolo Cognetti

Leggendo Le otto montagne di Paolo Cognetti mi è spesso tornata in mente la canzone Giulio Cesare, di Antonello Venditti, per la frase e mio padre una montagna troppo alta da scalare. Il protagonista, e narratore, de Le otto montagne si chiama Pietro, e raccontandoci del suo rapporto con la montagna ci racconta – o meglio, in questo caso, si racconta, per capirlo meglio – il rapporto col proprio padre. Questo padre, Giovanni Guasti, è nato in montagna, si è spostato a Milano (dove Pietro è nato) ma non si è mai abituato alla città e alla gente, e appena può parte per la montagna. Non punta alle comode vette da mille o duemila metri preferite dalla moglie, la madre di Pietro; Giovanni Guasti punta ai Quattromila, le vette più difficili, più famose, quelle dei ghiacci perenni. A proposito del padre, Pietro ci dice una cosa che vale per ogni uomo, e soprattutto per ogni narratore. Avevo già imparato un fatto a cui mio padre non si era mai rassegnato, e cioè che è impossibile trasmettere a chi è rimasto a casa quel che si prova lassù. Pietro lassù inizia a salire presto. Comincia a affezionarsi alla montagna da bimbo,…
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Un nome da torero – Sepulveda riporta un suo personaggio in Cile

Un nome da torero, pubblicato nel ’94, è il terzo romanzo dello scrittore cileno Luis Sepulveda . Dopo due opere dedicate soprattutto all’ambiente (nello specifico il rispetto per la foresta Amazzonica ne Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, di cui abbiamo parlato qui,  e la caccia illegale alle balene ne Il mondo alla fine del mondo) Sepulveda passa a un romanzo che strutturalmente può essere definito un noir e che soprattutto è caratterizzato da un forte respiro autobiografico. Juan Belmonte, omonimo del torero citato da Hemingway in Morte nel pomeriggio, è un ex guerrigliero cileno che vive nella Berlino ormai liberata dal Muro, lavora come buttafuori in un locale a luci rosse e si scontra spesso con un gruppo di razzisti. L’incarico di recuperare le monete facenti parte della Collezione della Mezzaluna Errante, trafugate in Cile durante la seconda guerra mondiale, dà a Belmonte la possibilità di tornare in patria (lo stesso Sepulveda fu costretto a restare lontano dal Cile per dodici anni) e di cercare la donna che ama, Veronica. Noi lettori seguiremo Belmonte fino alla Terra del Fuoco, e noteremo come tutti i personaggi il cui destino gravita attorno alle monete da recuperare siano stati segnati in maniera indelebile,…
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Il filo che ha unito le letture di Raccontando un libro

Domenica 22 gennaio, con il reading dedicato a Lo scrittore fantasma di Philip Roth, si è concluso il trittico di letture raccontate organizzate dal sottoscritto insieme agli amici del Vento dello Stretto. Prima che iniziasse questa avventura, e anche durante, qualcuno mi ha chiesto perché avessi scelto proprio quei romanzi, e cosa li unisse, e adesso ho deciso di scrivere qualcosa in merito. Innanzitutto, ho scelto di leggere davanti a un pubblico Per chi suona la campana, di Ernest Hemingway, L’amore ai tempi del colera, di Gabriel García Márquez, e appunto Lo scrittore fantasma, di Philip Roth, perché sono tre romanzi che ho amato, da lettore, che mi hanno colpito, da aspirante scrittore, e ho cercato di trasmettere le emozioni che queste opere mi hanno fatto provare. Però c’è anche dell’altro. Nell’ordine, abbiamo letto una storia di guerra, una storia d’amore e una storia che parla di scrittura. Naturalmente, e lo abbiamo visto insieme nei relativi appuntamenti, Per chi suona la campana, L’amore ai tempi del colera e Lo scrittore fantasma sono molto più di questo, ma volendo fare una sintesi brutale possiamo definirli proprio così: una storia d’amore, una storia di guerra e una storia che parla di scrittura. Guerra, amore, scrittura; un percorso un pò strano. Cosa…
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Philip Roth e Lo scrittore fantasma

Molti critici di settore considerano Philip Roth, nato a Newark nel ’33, il più importante autore vivente. Ci si aspettava andasse a lui il Nobel per la Letteratura andato invece a Bob Dylan, e in realtà Roth fa parte di quella cerchia di autori che sono in odore di Nobel da tanti anni e ancora non l’hanno vinto. Nobel a parte, Roth (di cui abbiamo parlato anche qua) ha ricevuto i più importanti riconoscimenti che esistono in campo letterario: ha ricevuto il Premio Pulitzer, il Premio PEN/Faulkner, ha ricevuto la Medaglia d’Oro per la Narrativa, il premio più prestigioso conferito dall’American Academy of Arts and Letters. Oltre a essere osannato dai critici è amato dai lettori, infatti ha venduto milioni di copie. È uno scrittore molto prolifico, ha pubblicato più di venti romanzi, fra i quali due dei più famosi sono Pastorale americana e La macchia umana. Sono due storie distinte e separate; condividono alcuni argomenti perché sono gli argomenti a cui Roth è più sensibile, ma sono, ripeto, due storie distinte e separate. Pastorale americana racconta di Seymour Lenov, detto lo svedese, e della sua famiglia; La macchia umana invece è la storia del professor Coleman Silk e del…
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Quel che resta del giorno – Kazuo Ishiguro

Quel che resta del giorno è il terzo romanzo dello scrittore giapponese naturalizzato britannico Kazuo Ishiguro, pubblicato nel 1989 e vincitore del Booker Prize nello stesso anno. Il protagonista si chiama Mr. Stevens, ed è anche il narratore dell’opera. Mr. Stevens ha dedicato tutta la vita a svolgere bene il proprio lavoro, tanto da essere il proprio lavoro. Un maggiordomo di un qualche valore deve vedersi come appartenere al ruolo che ricopre, totalmente e completamente; non lo si deve veder mettere da parte quel ruolo ad un certo momento, per tornare ad indossarlo di nuovo il momento successivo quasi non fosse niente altro che un costume da pantomima. Vi è una situazione ed una soltanto nella quale un maggiordomo che abbia a cuore la propria dignità può sentirsi libero di sgravarsi del proprio ruolo, e cioè quando sia completamente solo. Mr. Stevens è appunto un maggiordomo, e ha svolto buona parte della sua vita professionale a Darlington Hall, alle dipendenze di Lord Darlington. Quando il romanzo inizia siamo nel secondo dopoguerra, Darlington Hall è stata da poco acquistata da un americano, Mr. Farraday, e Mr. Stevens sta per avere una settimana di vacanza, di fatto la prima della sua vita. La trascorrerà raggiungendo…
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Il senso di leggere e raccontare – appunti dal secondo reading

Domenica scorsa – 11 dicembre – si è svolto il secondo appuntamento del ciclo di letture Raccontando un libro organizzato insieme agli amici del Vento dello Stretto. In fondo, quello che facciamo in queste occasioni ha qualcosa di simile a quanto avveniva quando le storie hanno iniziato a diffondersi. Si dice che la narrativa sia nata davanti a un fuoco, attorno al quale viandanti, spesso cacciatori, si riunivano appunto per raccontare storie. Lo facevano per rilassarsi, per divertirsi – mancava ancora molto all’invenzione del teatro, per non parlare della tv – e per trasmettere quello che avevano imparato. Quando leggo brani di un romanzo, e ne parlo, davanti a un pubblico, naturalmente cerco di trasmettere sia le stesse emozioni che ho provato a caldo, leggendo quell’opera per la prima volta, sia il risultato delle riflessioni che poi ho fatto sugli stessi brani. Finora credo di esserci riuscito e il secondo appuntamento di Raccontando un libro, dedicato a García Márquez, è andato anche meglio della prima; c’era più gente venuta a assistere, eravamo organizzati meglio per quanto riguarda luce e audio, io stesso mi sentivo più a mio agio. Eppure, proprio mentre leggevo e raccontavo L’amore ai tempi del colera ho capito…
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Trilogia della città di K. di Ágota Kristóf – Una narrazione plurale

Nonostante il titolo stesso parli di trilogia, l’opera di Ágota Kristóf sulle città di K., più che da tre romanzi è composta da tre racconti lunghi contenuti nello stesso volume. Si tratta di una storia ambientata sullo sfondo di una guerra in un imprecisato paese dell’Europa centrale, dove si trova, appunto, la città di K. Nella prima parte, intitolata Il grande quaderno, ci imbattiamo in un tipo di narrazione quasi unica, perché a raccontare la storia è un soggetto plurale. Sono i protagonisti, due gemelli, due bambini affidati dalla propria madre alla nonna, a usare il noi. Seguire il loro noi andiamo, noi facciamo, noi pensiamo è un’esperienza straniante, anche perché ciò che fanno e pensano è caratterizzato da una durezza difficile da immaginare. Ad esempio: Siamo nudi. Ci colpiamo l’un l’altro con una cintura. Diciamo a ogni colpo: – Non fa male. Colpiamo più forte, sempre più forte. Passiamo le mani sopra una fiamma. Ci incidiamo una coscia, il braccio, il petto con un coltello e versiamo dell’alcol sulle ferite. Ogni volta diciamo: – Non fa male. Nel giro di poco tempo non sentiamo effettivamente più nulla. È qualcun altro che ha male, è qualcun altro che si brucia,…
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Diario di un reading letterario visto da dentro

Sabato scorso – 26 novembre 2016 – per la prima volta ho avuto l’opportunità di svolgere un reading letterario, parlando di un romanzo che amo e leggendone alcuni brani davanti a un pubblico. Avevo iniziato a pensare a questo tipo di “lettura raccontata” circa due mesi e mezzo prima, su suggerimento di un amico. In quel momento stavamo discutendo di una presentazione del mio romanzo, e questo amico mi disse: perché non organizzi qualcosa per parlare anche di altri romanzi? L’imbeccata mi è piaciuta subito. Amo leggere, naturalmente, e amo sentir parlare e parlare di romanzi. Ero stato a qualche reading letterario, e di tanti altri reading avevo visto video su internet. Immediatamente ho riflettuto su quali autori – prima ancora che su quali romanzi – concentrarmi. Però ho anche pensato da subito a quali difficoltà avevo davanti, innanzitutto perché non sono, per usare un eufemismo, un organizzatore esperto. C’era bisogno di uno spazio, chiaramente, ma grazie alla disponibilità degli amici del Vento dello Stretto, che hanno messo a disposizione la loro sede, questo problema è stato risolto. Ne restava però un altro, diverso. Fin da quanto ho iniziato a preparare questo ciclo di letture, ero – e sono convinto…
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