Philip Roth e Lo scrittore fantasma

Molti critici di settore considerano Philip Roth, nato a Newark nel ’33, il più importante autore vivente. Ci si aspettava andasse a lui il Nobel per la Letteratura andato invece a Bob Dylan, e in realtà Roth fa parte di quella cerchia di autori che sono in odore di Nobel da tanti anni e ancora non l’hanno vinto.


Nobel a parte, Roth (di cui abbiamo parlato anche qua) ha ricevuto i più importanti riconoscimenti che esistono in campo letterario: ha ricevuto il Premio Pulitzer, il Premio PEN/Faulkner, ha ricevuto la Medaglia d’Oro per la Narrativa, il premio più prestigioso conferito dall’American Academy of Arts and Letters.

Oltre a essere osannato dai critici è amato dai lettori, infatti ha venduto milioni di copie. È uno scrittore molto prolifico, ha pubblicato più di venti romanzi, fra i quali due dei più famosi sono Pastorale americana e La macchia umana. Sono due storie distinte e separate; condividono alcuni argomenti perché sono gli argomenti a cui Roth è più sensibile, ma sono, ripeto, due storie distinte e separate.

Pastorale americana racconta di Seymour Lenov, detto lo svedese, e della sua famiglia; La macchia umana invece è la storia del professor Coleman Silk e del suo segreto. Eppure questi due romanzi condividono lo stesso narratore.

Entrambe le storie ci sono infatti raccontate dallo stesso personaggio: Nathan Zuckerman, che ha conosciuto Lenov e Silk in momenti diversi della propria vita e questo gli permette di raccontarci le loro storie. In realtà Zuckerman non le conosce del tutto, e i vuoti di cui non è al corrente li copre con l’immaginazione. Lo fa benissimo, e ci racconta queste storie con maestria, perché nell’universo narrativo di Philip Roth Nathan Zuckerman è uno scrittore. Di più: è il suo alter ego; entrambi originari di Newark, entrambi se ne allontaneranno presto ma senza mai riuscire a staccarsene, entrambi ebrei che si sentono diversi sia dai gentili che dagli altri ebrei.

Lo scrittore fantasma, pubblicato nel ’79, è il primo romanzo in cui compare Nathan Zuckerman, che questa volta non è solo il narratore ma anche il protagonista.

È la storia di un incontro tra un giovane scrittore, Zuckerman appunto, che col suo Bildungsroman (romanzo di formazione in tedesco) sotto il braccio, ha l’opportunità di cenare a casa di un suo idolo, lo scrittore Emanuel Isidore Lonoff. E. I. Lonoff vive in una baita appartata sui monti Berkshire, insieme alla moglie che ha sposato molti anni prima e che di fatto lo ha mantenuto per un pezzo. Le opere di Lonoff, infatti, per lungo tempo sono passate inosservate, salvo poi essere rivalutate dalla critica e, in seguito, da pubblico e editori. L’arrivo della fama e della ricchezza non ha però modificato il suo modo di vivere, quasi da eremita. Il giovane Zuckerman invidia il suo ritiro forzato, e darebbe di tutto per condurre la stessa esistenza.

Durante la sua permanenza a casa Lonoff, però, riceverà molte sorprese.

Lo scrittore fantasma parla di scrittori e di scrittura, e compie una profonda presa in giro del mondo letterario; ma ogni presa in giro si basa molto sul reale, e alcune cose che si dicono in questo romanzo, sulla scrittura, sono assolutamente reali.

È anche un romanzo che parla molto di padri, un argomento ricorrente nella narrativa americana. Zuckerman cerca in Lonoff non solo una guida letteraria, ma pure quella figura paterna che gli è mancata dopo che con suo padre, a causa di un racconto di Nathan proprio sugli ebrei, si è interrotto il dialogo amabile e ininterrotto che durava da due decenni.

 

film la macchia umana dal romanzo di Philip Roth

Sia La macchia umana che Pastorale americana sono stati portati sul grande schermo, rispettivamente nel 2003 e nel 2016. Il ruolo di Nathan Zuckerman è stato interpretato da Gary Sinise nel primo caso e da David Strathairn nel secondo.

film Pastorale Americana dal romanzo di Philip Roth

Consigli di lettura su altri romanzi in cui l’arte di scrivere è al centro dell’opera:

Quella sera dorata di Peter Cameron

Una donna di mondo di William Somerset Maugham

La settimana bianca L’avversario di Emmanuel Carrère

Mr Gwyn di Alessandro Baricco

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