Mr Gwyn di Alessandro Baricco

Mr Gwyn di Alessandro Baricco è un’opera da consigliare a ogni aspirante scrittore, non perché insegni qualcosa sulla scrittura da un punto di vista squisitamente tecnico, sempre ammesso che questo possa essere possibile (Carver, per esempio, ha riflettuto a lungo su cosa e cosa non può essere insegnato); il merito di Mr Gwyn è quello di ricordarci, semmai ce ne fosse bisogno, la forza dirompente che dovrebbe avere la scrittura.

Mentre camminava per Regent’s Park – lungo un viale che sempre sceglieva, tra i tanti – Jasper Gwyn ebbe d’un tratto la limpida sensazione che quanto faceva ogni giorno per guadagnarsi da vivere non era più adatto a lui. Già altre volte lo aveva sfiorato quel pensiero, ma mai con simile pulizia e garbo.

 Scopriamo nell’incipit che Jasper Gwyn, scrittore piuttosto di moda in Inghilterra e discretamente conosciuto all’estero, ha deciso di non scrivere più libri. Gwyn fa in modo che il Guardian pubblichi la notizia della sua decisione, e in molti pensano si tratti di una mossa per attrarre l’attenzione. Gwyn, però, è sincero, oltre che determinato. Libero da precedenti impegni e abitudini, avverte comunque un senso di nostalgia:

Quel che gli accadde, tuttavia, fu di ritrovarsi addosso, col passare dei giorni, una singolare forma di disagio che all’inizio fece fatica a comprendere e che solo dopo un po’ imparò a riconoscere: per quanto fosse seccante ammetterlo, gli mancava il gesto dello scrivere, e la quotidiana cura con cui mettere in ordine pensieri nella forma rettilinea di una frase.

Gwyn si interroga su quali mestieri gli consentirebbero di esercitare la scrittura, ma non si sente in grado di produrre manuali di istruzioni o guide di viaggio. Non ha neanche le competenze per fare traduzioni. Alla fine, prende la decisione che, di fatto, indirizza il romanzo in una certa direzione: farà il copista. Il paradosso è che lo stesso Gwyn non sa cosa significhi. Pian piano, il protagonista ci (e si) svela che eseguirà ritratti, non dipingendo ma scrivendo. Ora la domanda è: cosa è un ritratto scritto (attenzione: un ritratto vero, non una sequela di aggettivi)? Come lo si esegue? A complicare ulteriormente la faccenda, i soggetti immortalati da Mr Gwyn sono, per lui, completamente estranei.

Non saprei rispondere a queste domande, pur avendo letto e apprezzato il romanzo, e penso – pur non avendone, ovviamente, la certezza  – che neanche Baricco saprebbe farlo. Eppure, durante la lettura, non ci allontaniamo mai dalla storia, perché Baricco ci tiene incollati alle pagine raccontandoci la ricerca maniacale di Gwyn per il perfetto studio dove lavorare, il suo metodo – meraviglioso, su cui non dico nulla per non rovinare la sorpresa  –, la reazione di quelli che hanno ordinato un ritratto dopo che l’hanno letto.

In pratica, noi all’interno di Mr Gwyn non leggeremo mai uno dei ritratti di cui si parla (e che forse è davvero impossibile realizzare), ma ne seguiremo la preparazione e gli effetti, e ci sembrerà che commissionare un ritratto scritto sia una delle cose più naturali del mondo.

In apertura, parlando della forza della scrittura, mi riferivo a questo: rendere credibile l’incredibile. Naturalmente, leggere Mr Gwyn non ci trasforma di colpo in grandi autori, ma assaporarne la fantasia, le invenzioni, la cura dei dettagli (le scelte di Gwyn circa l’arredamento del suo studio meriterebbero un’analisi a parte) ci ricordano in che direzione tendere i nostri sforzi.

– L’ho fatto. È venuto bene.
  – Il ritratto?
  – Sì.
  – È venuto bene in che senso?
  Jasper Gwyn non era sicuro di riuscire a spiegarsi. Gli venne da alzarsi, forse camminando avanti e indietro ci sarebbe riuscito.
  – Non sapevo esattamente cosa potesse voler dire scrivere un ritratto e adesso lo so. C’è un modo di farlo che ha senso. Poi magari ti può venire meglio o peggio, ma è una cosa che esiste. Non sta solo nella mia testa.
  – Che diavolo ti sei inventato, si può sapere?
  – Niente, una cosa molto semplice. Ma in effetti non ti viene in mente fino a quando non ti viene in mente.

 

Consigli di lettura su altri romanzi in cui l’arte di scrivere è al centro dell’opera:

Quella sera dorata di Peter Cameron

Lo scrittore fantasma di Philip Roth

Una donna di mondo di William Somerset Maugham

La settimana bianca L’avversario di Emmanuel Carrère

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