L’arte di vivere in difesa di Chad Harbach
L’arte di vivere in difesa di Chad Harbach è stato uno dei libri di maggior successo del 2012, mostrando che è possibile scrivere un romanzo di ambientazione sportiva senza cadere nella mera cronaca o nel modello-base della squadra – o dell’atleta – che dopo le difficoltà iniziali raggiunge la vittoria.
L’arte di vivere in difesa è un romanzo letterario, dalle ripetute citazioni a Melville – la cui figura sembra permeare tutto il Westish College, squadra di baseball compresa – allo sviluppo dei personaggi e dei rapporti tra gli stessi.
È un romanzo sul baseball, sport a stelle e strisce per antonomasia, lontanissimo dalla nostra cultura e dalle nostre abitudini, ma solo nel senso che i protagonisti praticano il baseball e, almeno inizialmente, il diamante è il loro punto d’incontro.
Henry, giovane timido e talentuoso, arriva al Westish proprio per le sue potenzialità nel baseball, dopo essere stato notato da Schwartz, di qualche anno più grande, montagna di muscoli che pratica tutti gli sport possibili al campus e già con la testa a un futuro da allenatore. Lo studente anziano si occuperà della matricola, aiutandolo a mettere su peso, a sopportare l’ansia delle partite, e più in generale a integrarsi nel college.
Ma il romanzo è molto più della storia della guida e del diamante grezzo; è un romanzo corale, nel vero senso del termine.
A parte Henry e Schwartz, vanno citati Owen Dunne e Guert Affenlight. Il primo è probabilmente il personaggio più rischioso del romanzo, nel senso che rischia di risultare il meno credibile, rasentando a volte lo stereotipo dell’omosessuale al contempo saggio e esuberante; il secondo è il rettore sessantenne, eccellente oratore, buon saggista, soprattutto dotato di grandi capacità di comprensione dei suoi studenti.
Una nota dolente de L’arte di vivere in difesa sta nel titolo italiano, ma va detto che sarebbe difficile trasportare in maniera congrua il “prendere e rilanciare” del “fielding” dell’originale The art of fielding. È importare sgombrare il campo da equivoci, non si pensi alla difesa nel senso di attesa passiva, di barricarsi con la prospettiva di ricevere un attacco; al contrario, la consapevolezza che qualcosa accadrà, perché deve accadere, porta con sé l’opportunità di anticipare l’evento ineluttabile, rubando il tempo all’avversario – o meglio, alle avversità – e, possibilmente, ribaltando l’esito finale.
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