Roberto Cavallaro celebra il Bloomsday a Messina
In tutto il mondo il 16 giugno viene celebrato il Bloomsday. La festività rievoca gli eventi dell’Ulisse di James Joyce, che si svolge in una sola giornata, il 16 giugno 1904.
La prima edizione del Bloomsday si svolse nel 1950, a Dublino, e da allora in ogni città – particolarmente attive in tal senso Parigi, Trieste e Genova – si eseguono letture pubbliche del capolavoro di Joyce.
Quest’anno anche Messina omaggerà l’autore irlandese, grazie all’impegno del libraio Roberto Cavallaro, la cui libreria, tra l’altro, porta il nome proprio di un personaggio dell’Ulisse: Dedalus.
Roberto, so che il Bloomsday è celebrato in tantissime città. Per Messina si tratta di una novità?
Il Bloomsday è stato celebrato all’inizio a Dublino, poi anche in Italia, soprattutto anche a Trieste. Joyce ha vissuto e insegnato a Trieste, stringendo amicizia con scrittori del calibro di Italo Svevo. Personalmente ho assistito al Bloomsday anche a Parigi; ora, sinceramente non so se a Messina qualcuno abbia mai tentato di importare questo evento, ma non ho mai avvertito un grande entusiasmo intorno all’opera di Joyce.
Suppongo che tu abbia un rapporto molto forte con l’Ulisse.
Ho letto l’Ulisse a sedici anni. L’amore per l’opera di Joyce nasce dall’essere stato più volte in Irlanda, durante il liceo, per delle vacanze-studio. La prima volta che sono stato a Dublino ho sentito parlare molto dell’Ulisse, e in generale ho percepito quanto lì tutta la letteratura sia amata. Negli anni successivi, soprattutto durante l’università, ho riletto alcune parti dell’opera e le ho trovate più chiare, perché una delle caratteristiche dei capolavori è che rileggendoli trovi nuovi significati.
Tu leggerai il capitolo nono, cioè Scilla e Cariddi.
Leggerò questo capitolo perché è quello più propriamente letterario. È ambientato all’interno della Biblioteca Nazionale di Dublino e il protagonista è Stephen Dedalus. Qua si capisce bene la sua figura. In questo capitolo si trovano tanti temi, e poi le figure di Scilla e Cariddi rinviano al territorio di Messina, e incarnano due poli filosofici diversi: i gorghi di Cariddi rappresentano il platonismo, la metafisica astratta, mentre Scilla, quindi le rocce, rappresentano la filosofia aristotelica che difende Stephen Dedalus. Anche l’Amleto di Shakespeare, di cui si discute, viene interpretato sulla base di queste due filosofie. Dedalus, riguardo l’Amleto, ritiene che Shakespeare si incarni nel fantasma del padre di Amleto, perché sua moglie lo aveva tradito col fratello, da cui il personaggio di Clodio, ma gli altri contestano la teoria di Dedalus.
Oltre alle letture, so che verranno proiettati dei filmati.
Sì, alcuni riassumono l’opera tramite gli schemi che Joyce aveva mandato a alcuni filologi tra cui Linati e Gorman (lo schema Linati e lo schema Gilbert sono due strumenti utili per la comprensione del testo, suggeriti dallo stesso autore N.d.R.). Credo che queste slide siano utili per entrare dentro il testo. Mostrerò anche delle immagini sulla vita di Joyce e sui luoghi del romanzo, mostrati come erano nel 1904 e come sono adesso.
In conclusione, perché consiglieresti di leggere l’Ulisse?
È un’opera sempre attuale, e resterà sempre attuale, anche tra altri cento anni. Joyce ha scardinato tutte le regole del romanzo con l’Ulisse. È stupefacente, perché in ogni capitolo utilizza una tecnica narrativa diversa in base a quello che vuole dire. La maggior parte dei lettori prova timore davanti a un’opera del genere, però secondo me è un romanzo più accessibile di quanto si creda. Le ultime edizioni rendono agevole la consultazione delle note, indispensabili per calarsi nell’atmosfera dell’opera. Inoltre, a confermare l’attualità dell’Ulisse, troviamo il pacifismo e la tolleranza di Bloom, in opposizione al fanatismo e all’aggressività di tanti suoi comprimari, e visti i tempi in cui viviamo credo che l’opera di Joyce ci regali davvero molto su cui riflettere.
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