Triste, solitario y final – la genialità di Osvaldo Soriano

Osvaldo SorianoIl romanzo d’esordio di Osvaldo Soriano, Triste, solitario y final, inizia col vecchio Stan Laurel che scende dal tassí nell’Hollywood Boulevard per raggiungere l’ufficio di Philip Marlowe, il famoso investigatore privato creato da Raymond Chandler e interpretato sul grande schermo, tra gli altri, da Humphrey Bogart, Robert Mitchum e Elliot Gould, resuscitato per l’occasione da Soriano.

Il primo incontro tra i due non va benissimo, tanto che Stan Laurel arriva a dire:

  – Non ho bisogno di consigli. So come accogliere la morte. Ho settantacinque anni, ho girato il mondo, mi sono sposato otto volte, parecchie delle quali con la donna che adesso sta al mio fianco. Non m’importa di morire. Non sono venuto qui per litigare con un detective impertinente che non tiene neppure il suo ufficio pulito. Sono venuto a ingaggiarla. Non si offenda, Marlowe, ma lei è uno stupido. Coi suoi modi, non la prenderanno a lavorare nemmeno per tener d’occhio il cane di un pezzo grosso. E la cosa peggiore è che ormai è un po’ troppo grandino per cambiare.

Eppure Laurel e Marlowe si vedranno di nuovo, e stavolta l’attore spiegherà perché ha bisogno di un investigatore:

– Voglio sapere perché nessuno mi offre lavoro. Se cercassi di scoprirlo per conto mio metterei in pericolo il mio prestigio. Ci sono molti veterani che lavorano nel cinema o alla televisione. Io potrei recitare, o dirigere, o scrivere copioni, ma nessuno mi offre nulla da molti anni. Oliver aveva trovato lavoro una volta, in un film di John Wayne, ma fu un fallimento. Dovette andarlo a chiedere. Io non ho mai voluto farlo.

Poco dopo Stan Laurel morirà – siamo nel ’65, Oliver Hardy è già scomparso da otto anni – e, sulla sua tomba, Marlowe incontrerà proprio Osvaldo Soriano, trasformatosi in personaggio del proprio romanzo (un personaggio omonimo, che a sua volta sta scrivendo un romanzo su Stan Laurel e Oliver Hardy).

Nella migliore tradizione hard boiled Marlowe e Soriano, indagando, passeranno da un imprevisto all’altro, rischieranno la vita, verranno malmenati, faranno a botte addirittura con John Wayne e sequestreranno Charlie Chaplin.

Difficile dire se con Triste, solitario y final Osvaldo Soriano abbia compiuto un omaggio a due suoi idoli, realizzato una biografia non autorizzata (e molto romanzata) o scritto una parodia; di certo, tanti lettori di tutto il mondo sarebbero d’accordo nel definire questo romanzo una vera e propria ode alla malinconia.

Consigli di lettura su romanzi della letteratura sudamericana:

Rayuela  di Julio Cortázar

La caduta delle consonanti intervocaliche di Cristovão Tezza

Avventure della ragazza cattiva di Mario Vargas Llosa

Un nome da torero di Luis Sepulveda

 

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